Rabbia viola dopo sentenza Corte. E il giallo a Perisic è uno schiaffo alla Fiorentina e all'uniformità invocata

02.03.2016 23:58 di  Luciana Magistrato  Twitter:    vedi letture
Rabbia viola dopo sentenza Corte. E il giallo a Perisic è uno schiaffo alla Fiorentina e all'uniformità invocata
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca

Partiamo da stasera, da Inter-Juve in Coppa Italia. Perisic reagisce a Cuadrado e lo prende per il collo, lo spinge e lo fa cadere (anche se Cuadrado di piscine se ne intendeva anche a Firenze). Gervasoni dà un giallo al croato e via. Ora torniamo indietro alla partita di campionato Fiorentina-Inter quando Zarate, picchiato e provocato, mette le mani al collo di Murillo e Mazzoleni lo espelle. Il giudice sportivo gli rifila tre giornate e, proprio oggi, la Corte Sportiva d'Appello, sentito il direttore di gara, conferma la squalifica. È evidente che già a monte c'è qualcosa che non torna. Come mai solo un giallo a Perisic e un rosso a Zarate che poi è costato ben tre giornate? Uniformità questa sconosciuta. È dalla uniformità delle decisioni degli arbitri, troppo discrezionali in casi come questi, che nascono i dubbi sulla giustizia sportiva (limitiamoci a quella) e i giochini di Palazzo per favorire una o un'altra squadra. Ed è proprio sull'uniformità che la Fiorentina in serata ha puntato il dito, con un duro comunicato, pur riferendosi alla giurisprudenza in base alla quale per casi del genere, senza particolare violenza o conseguenze fisiche per l'avversario, sarebbe stato corretto applicare due giornate. Non nel caso di Zarate, nel gesto del quale l'arbitro deve aver ravvisato particolare  violenza (punito per condotta violenta, come da referto) tanto da confermarlo alla corte d'appello che lo ha appositamente sentito. Come dire, Zarate lo voleva strozzare veramente mentre Perisic con Cuadrado scherzava. Ma dalle immagini il gesto sembra uguale e dovrebbe essere punito allo stesso modo; e nel caso di Zarate non serviva riascoltare l'arbitro, bastava guardare le immagini per non ravvisare una condotta così violenta verso Murillo. Tornando alle tre giornate e al ricorso rigettato, la Fiorentina era sicura di vedersi ridurre la squalifica ma paga forse anche qualche parola di troppo detta pubblicamente da Zarate in primis, da Sousa e da Mencucci. In certi casi il silenzio è d'oro e a nulla è servito portare davanti alla Corte stessa il giocatore. Strategia giusta, ben inteso, ma che non ha pagato stavolta. E la sentenza appare come una beffa, a pochi giorni dalle parole del presidente Della Valle sul ritrovato potere della società viola in Lega grazie al buon lavoro di Cognigni. Non che dovesse significare avere dei favori, per carità, ma neanche essere penalizzati più del dovuto. Così la società, prima ancora di vedere il semplice giallo a Perisic, si è detta stupita e arrabbiata per la mancata riduzione, per prassi accordata in casi analoghi, e incredula per non essere stata presa in considerazione la reazione, quasi una difesa, a "condotte gravemente provocatorie (verbali e fisiche) poste in essere da ben quattro calciatori avversari che lo hanno circondato, spintonato e colpito (tanto da determinare l'intervento del guardialinee a tutela del nostro giocatore)". Insomma la società non accetta la decisione della Corte perché ritiene "che il trattamento sanzionatorio confermato a carico di Zarate sia assolutamente eccessivo e sproporzionato rispetto al fatto contestato, nonché completamente difforme rispetto ai criteri sino ad ora seguiti dagli organi di giustizia sportiva. Auspichiamo, pertanto, che in futuro vi sia una maggior attenzione da parte di tutti gli organi preposti e soprattutto uniformità di giudizio". Di,sicuro stasera, di fronte a quel fallo di Perisic la rabbia viola è aumentata. Ma non servirà a nulla visto che Zarate, ormai è deciso, a Roma non potrà esserci. Speriamo che la Fiorentina giochi anche per lui.