Sousa e quel "vecchio" sogno di vincere la Champions entro 5 anni

19.04.2016 21:50 di Luciana Magistrato Twitter:    vedi letture
Sousa e quel "vecchio" sogno di vincere la Champions entro 5 anni
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© foto di Corrierespione

In casa Fiorentina ė tornato il sorriso dopo la vittoria con il Sassuolo, ma per il sereno, soprattutto riferito al futuro, ancora ce ne passa. Il presente è battere l'Udinese ed è l'obiettivo più immediato e importante e su quello si concentra giustamente Paulo Sousa, ma sul suo futuro alza un muro: "Non mi va di rispondere: ho un contratto con la Fiorentina, ho la mente concentrata sulla Fiorentina e voglio creare una cultura interna. Sono stato molto chiaro. Non è una questione di dire "resto", perché non dipende solo da me ma dai risultati. Non mi piace prendere in giro le persone" è la risposta del portoghese. La memoria (corta) va a domenica in sala stampa a un Eusebio Di Francesco che, sul suo accostamento alla Fiorentina, dice "io sto bene al Sassuolo, in settimana rinnovo". Facile, dopo che il Milan, altra pretendente, ha scelto Brocchi, dice qualcuno. Ma di sicuro al Sassuolo Di Francesco sta bene davvero e qualsiasi società e tifoseria vorrebbe sentire quelle parole. Ma i viola non le hanno sentite neanche oggi (dopo tante conferme dalla dirigenza viola) da Sousa, che non vuole prendere in giro. Eppure dai suoi gesti, dalla generosità con la gente, dalla voglia di calarsi nella realtà fiorentina, dalla residenza presa a Bagno a Ripoli, dalla smania di conoscere il passato storico ma anche calcistico fiorentino per respirare la stessa aria dei cittadini e tifosi si deduceva che a Firenze Sousa volesse davvero aprire un ciclo, possibilmente vincente. E allora cosa è accaduto? Davvero le colpe sono della società che si è dimostrata quasi "dilettante" in certe situazioni (sul mercato mai tante figuracce erano state collezionate a dire il vero) e che ha ripetuto errori già fatti con altri allenatori soprattutto non tutelandolo e non manifestando con i fatti la stessa voglia di vincere e crescere? Beh, la memoria (stavolta più lunga) va alla vigilia della gara con il Belenenses e ad una intervista di 'A Bola' in cui Sousa parla del suo percorso di crescita e di un sogno preciso "vincere la Champions entro 5 anni"; tutti lo guardammo sorridendo perché quell'obiettivo non è proprio da Fiorentina e ci chiedemmo se aveva capito anche lui. Ma allora l'allenatore aveva trascinato la Fiorentina già al secondo posto ed aveva trasmesso una mentalita vincente che iniziammo tutti a credere che con lui potesse davvero cambiare qualcosa. Tra mercato ed altre frizioni il sogno scudetto prima e Champions poi sembrano ora lontanissime e quelle parole, subito dimenticate, tornano in mente "Voglio vincere la Champions entro cinque anni". A tutti i costi, aggiungiamo noi, e indipendentemente da e con chi. Quel sogno così romantico improvvisamente appare in tutta la sua crudezza: viola usati come step per una crescita personale (da Sousa mai nascosta). "Se resto? Non dipende solo da me, dipende anche dai risultati" ha detto ma se la società ripete che vuole aprire un ciclo con Sousa significa che a Sousa, che non dice 'resto sic e simpliciter' del ciclo viola non se ne fa niente se non porta alla vittoria e a gratificazioni solo personali. Perdere dunque un allenatore così significa rinunciare ad una mentalità vincente ma anche ad uno pronto ad abbandonare la nave se i risultati del club non sono quelli che possono dare lustro (e in un lustro) ad una carriera vincente. Intanto vinciamo domani a Udine, poi i conti si faranno a maggio e i risultati ottenuti diranno se la Fiorentina è da Sousa ma anche se Sousa e il suo tirare dritto e sui cadaveri è da Fiorentina.