Sousa e quell'abilità di non chiarire nulla. Speriamo il campo parli per lui

09.04.2016 19:00 di  Luciana Magistrato  Twitter:    vedi letture
Sousa e quell'abilità di non chiarire nulla. Speriamo il campo parli per lui
© foto di Corrierespione

Un sì o un no è troppo semplice per Paulo Sousa che, a differenza dell'ingenuo Montella che sulle risposte scivolava spesso tra congiuntivi, impennate di orgoglio e battute che però racchiudevano l'essenziale, è più furbo e capace di aggirare le domande alle quali non vuole rispondere. Perché un "si, la cena a villa Cora c'è stata. Con amici, con persone di calcio come lo sono io e conosciute nella mia già lunga carriera, con russi, ungheresi o austriaci" o un "no, avete scritto una cavolata" avrebbe chiarito una serata che invece Sousa rivendica di poter fare liberamente e con chi vuole, senza rendere conto a nessuno. Ci mancherebbe, aggiungiamo noi, la privacy non si nega a nessuno. Ma se è una cena, subito dopo la sesta NON vittoria e soprattutto dopo uno scialbo zero a zero, con persone di altre società, per parlare del suo lavoro lavorativo, allora sì che l'allenatore dovrebbe rendere conto. Non al corrierespione che quella cena se l'è anche persa, ahimé, ma ai tifosi. Ed invece nulla: "Non devo giustificare le mie cene, sono andato anche questa settimana, con persone molto interessanti. So che siamo nel calcio, conosco le dinamiche e che quando i risultati non sono buoni ci sono le speculazioni, ma ho un contratto non devo parlare di altro riguardo al mio futuro. D'altronde anche la società è stato scritto aver parlato con altri cinque allenatori. Il presidente vorrebbe continuare il progetto. Non ci dobbiamo distrarre, ci sono ancora sette partite da giocare e dobbiamo concentrarci". Rassicurazioni sul futuro? Altri giri di parole ovviamente quando basterebbe dire "Io resto, certo" e non solo per l'anno di contratto: "Non esiste futuro senza presente. In tutto ciò che si dice ci sono sempre diversi modi di interpretare le cose". Comunque di una cosa è certa, tutto questo feeling con i Della Valle non c'è: "Cene con i Della Valle, no a parte a Moena" Forse perché il conto delle cene con Sousa (stando a quello vero o presunto di migliaia di euro a Villa Cora) è un po' alto, verrebbe da pensare ma il tecnico spiega "Il mio rapporto con la proprietà è lo stesso di quello che è con voi. Deve essere chiaro e diretto. Se la proprietà mi ha chiesto spiegazioni sulla cena? No, perché non c'è niente da spiegare". 

Archiviata la cena senza spiegazioni, pensiamo al campo. Meglio. Perché lì il piatto piange. Ma per Sousa il problema non è fisico, ma mentale: "Ho la mia filosofia. Dall'inizio alla fine della stagione lavoriamo nello stesso modo, abbiamo una base, ma la parte mentale è quella che condiziona di più. I ragazzi sono bravi, lavorano bene e io parlo molto con loro. La squadra ha bisogno di regole". Le motivazioni insomma alla base di tutto? "Un giocatore deve amare quello che fa" è la chiosa di un più ampio discorso "Dobbiamo restare concentrati e convinti nel nostro lavoro, per cercare di arrivare al massimo livello. Se alcuni giocatori non sono in forma è un problema per noi. L'obiettivo iniziale era quello di migliorare continuamente i miei giocatori, per aprire mentalmente i calciatori e permettere loro di capire fin dove possono arrivare". Certo domani c'è una motivazione in più visto il sorpasso dell'Inter in classifica, Empoli permettendo: "Hanno avuto alcune assenze ed è calata la qualità del loro gioco ed ha inciso sui loro risultati. Ma credo che stiano tornando su alti livelli ed ora vogliono fare punti. Domani entrambe le squadre cercheranno la vittoria per terminare al meglio la stagione".