Rinnovo dei contratti viola: perché si rimandano sistematicamente? Quando il caso Montolivo non docet

15.10.2014 22:30 di  Luciana Magistrato  Twitter:    vedi letture
Rinnovo dei contratti viola: perché si rimandano sistematicamente? Quando il caso Montolivo non docet
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di Leonardo Petri

Vorrei capire quali siano le vere motivazioni che portano la Fiorentina a rimandare sistematicamente la questione contratti in scadenza o da rinnovare. A parte rare eccezioni in casa Fiorentina quando un contratto si avvia a scadenza la regola è procrastinare, rinviare, minimizzare. Lo fanno tutti, dirigenza e proprietà segno che, almeno su questo, in società la linea è ampiamente condivisa. Ovviamente non manca mai il cantore del club che si precipita a scrivere o sostenere in radio e in tv che questo è il calcio moderno, che le scelte viola sono in linea con i principali  club internazionali. Non è vero niente ma intanto lo si dice, sperando che magari qualcuno ci creda o che nessuna società offra un contratto ad uno dei calciatori viola vicino alla scadenza. L'esempio più citato, direi l'unico, è quello del Psg, che ha perso Coman e sta perdendo Rabiot e quello di Pogba che la Juve ha strappato al Manchester United. In quest'ultimo caso si racconta semplicemente una fandonia perché a Pogba non stava scadendo il contratto, semplicemente il Man Utd non gli aveva ancora sottoposto un contratto da professionista e la Juve è stata brava a bruciare gli inglesi sul tempo. In quanto al Psg stiamo parlando del club meno organizzato fra i top club, una società criticata apertamente anche dal suo ex tecnico Carlo Ancelotti per il modo di gestire e organizzare la rosa. Insomma un esempio da non seguire più che da citare continuamente. Tutti gli altri club tutelano a fondo i giocatori a cui tengono e così dovrebbe fare anche la Fiorentina, per preservare un valore tecnico e un valore economico. Aquilani e Neto sono due giocatori con cui non ripetere la vicenda Montolivo. Aquilani è in tutto e per tutto un giocatore da Fiorentina, resta nel giro della nazionale ed oggi può considerarsi il più affidabile fra i centrocampisti viola. Il problema è che la Fiorentina si presenta al tavolo della trattativa dopo aver rinnovato per cinque anni il contratto di Borja Valero, che scadrà quando lo spagnolo compirà 34 anni. Difficile, su queste basi, chiedere ad Aquilani di decurtarsi il 35-40% d'ingaggio firmando per due anni. Tradotto Aquilani in questo momento non ha alcun interesse a firmare il rinnovo propostogli ed è lui ad essere in una posizione di forza. Così come Neto, che è in grande ascesa e potrà senz'altro scegliere fra club disposti a dargli qualcosa in più di stipendio prendendolo a parametro zero. Il Milan mi sembra un esempio classico, la Juve per il dopo Buffon, la stessa Inter cedesse Handanovic o la Roma che cerca un sostituto per De Sanctis. E' vero, in questo momento in Italia stanno crescendo giovani talenti proprio in questo ruolo ma costano cari, sicuramente più cari del rinnovo di Neto che, ad oggi non mi pare meno affidabile dei vari Perin, Bardi, Cragno, Leali o Scuffet. Nel 2016 scadrà poi il contratto di Babacar e già siamo in tema di rinnovo anche per lui. C'è meno fretta che per gli altri, ma non troppo meno perché se si arriva a giugno senza un nuovo accordo anche il senegalese si troverà nella situazione di iniziare la nuova stagione con un contratto in scadenza. Cosa che per un talento di ventidue anni in grande ascesa mi sembra sinceramente una scemenza. Non capisco oltretutto se il club viola creda veramente a questa storiella della riconoscenza che i calciatori cresciuti in riva all'Arno dovrebbero avere. Finché lo sostengono i tifosi passi, che debbano raccontarcelo gli addetti ai lavori mi sembra sinceramente una forzatura. Diverso il caso di Cuadrado, qui c'è più che altro una questione di serietà e correttezza. La Fiorentina, e lo sostenne lo stesso Andrea Della Valle garanti che in caso di permanenza il contratto di Cuadrado sarebbe stato ritoccato. E' vero, il patron viola omise di dire sensibilmente ma la sostanza è sotto gli occhi di tutti e se la Fiorentina per tutta l'estate ha valutato il colombiano quaranta milioni e' naturale che il giocatore chieda uno stipendio all'altezza. Su questo la Fiorentina non potrà sottrarsi senza perdere la faccia. Semmai più complessa è la questione della clausola rescissoria, che dovrà essere inserita nel nuovo accordo. Qui ci potrà essere trattativa, sempre che non vi sia già stato un gentleman agreement fra le parti. Ne dubito, essendo essenzialmente questo il nodo della questione, fissare il prezzo della futura cessione. Una cessione che temo sarà al ribasso, come avvenne con Toni qualche anno fa. In quel caso si passo' dai venticinque  milioni già pattuiti con l'Inter agli undici presi dal Bayern l'anno successivo. In questo caso nessuno offriva i quaranta richiesti, speriamo che a giugno si arrivi almeno a trenta.