C'è intervista ed intervista, c'è esclusiva ed esclusiva: viva il vecchio giornalismo
Domande concordate, risposte censurate, chiacchierate pilotate, da molti anni a questa parte a Firenze il dialogo tra protagonisti del calcio e stampa è regolato così: sei un giornalista e vuoi scrivere un’intervista con un allenatore o un giocatore? La prima regola è sincerarsi di aver umettato a sufficienza i piedi della società, viceversa sei in disgrazia e l’ufficio stampa cestinerà ogni tua richiesta, comprese le domande di accredito per la partita. La seconda regola è adeguarsi a depurare la tua chiacchierata col vip da ogni quesito scomodo, sgradito, imbarazzante e accettare di parlare con l’intervistato sotto l’occhio vigile dell’ufficio stampa societario. E quindi? Insomma cari amici e cari lettori, ogni volta che leggete, su carta oppure on line, l’autocelebrante dicitura intervista esclusiva, si tratta, come dicevano i latini di 'cacata carta', roba buona per la ritirata non certo per saperne di nuove sulla vostra squadra del cuore. Eppure anni fa così non era, parliamo per averne udito raccontare, non per esperienza, l’età dell’oro risale infatti a molti decenni fa quando giornalisti veri, non portatori sani di tesserino professionale, poco inclini al leccaculismo o ad accettare regalìe o posti in tribuna autorità (i giornalisti vanno in tribuna stampa mentre in tribuna autorità, come dice il nome, vanno le autorità), quando insomma persone perbene in grado di scrivere in buon italiano (conditio sine qua non) parlavano coi protagonisti del pallone senza chiedere permessi, magari entrando negli spogliatoi in un dopogara. Figlio di quei tempi è un personaggio ben noto che di mestiere fa tutt’altro: il procuratore di calciatori, un fiorentino dissacratore che per sopramercato è tifosissimo viola e giornalista nel midollo, questi è Carlo Pallavicino, vecchio ragazzo fiero allievo di quei nomi leggendari del giornalismo sportivo viola, Carlo ha ricordato gli antichi insegnamenti e in questo freddo giorno dicembrino ha deciso di fare ciò che fanno le avanguardie ovvero rompere gli schemi. Sul sito internet del quale è proprietario ha infatti pubblicato un’intervista, davvero intervista, esclusiva, davvero esclusiva, perché frutto di una chiacchierata de visu, con Paulo Sousa, un’intervista realizzata e pubblicata senza chieder nulla a nessuno, salvo che all’intervistato da lui ben conosciuto. L’intervista per cifra di verità e interesse meriterebbe la prima paginadi un grande giornale sportivo o almeno di uno degli influenti fogli cittadini (che se le sognano), ma fa bella figura anche su uno dei siti internet all soccer più antichi e importanti, poi il giorno in cui Carlo (della cui amicizia mi onoro tanto per chiarire ogni eventuale conflitto) deciderà diventare editore di un grande giornale (i mezzi pare non gli manchino) magari si alzerà anche la qualità media della carta stampata. Con l’intervista a Sousa un importante precedente è stato creato, adesso vedremo cosa scorre nelle vene dei giovani cronisti sportivi viola se sangue o quelle risicate gocce di spumante che la società gigliata offre loro nel brindisi natalizio...