Jorgensen e sponsor, quando il colore dei soldi non è viola
Orgoglio e appartanenza sì, 'sfruttamento' no. È il motivo per cui anche il secondo incontro tra Martin Jorgensen e Pantaleo Corvino oggi è andato a vuoto. L'argomento dell'incontro è sempre lo stesso, ormai da un mese: una doppia collaborazione tra la Fiorentina e il danese, individuato come rappresentante e ambasciatore viola negli eventi internazionali (sorteggi Uefa in Primis) e capo osservatore viola nella Scandinavia. Un ruolo che evidentemente Jorgensen ha preso sul serio, ponendosi dapprima anche un sacco di dubbi sulla capacità di rivestire tale ruolo -quello di osservatore capace di scoprire talenti o segnalare giocatori- e ponendo un problema di carattere economico poi. "Un lavoro va pagato no?" si giustifica Jorgensen quasi risentito dall'offerta bassa della Fiorentina. Ci penserà ancora un po' il danese, domani riparte da Firenze e si prenderà qualche altro giorno per decidere ma certo per la Fiorentina, ora, il no di Jorgensen non è un problema primario anche se il secondo rifiuto di un ex viola, dopo quello di Rui Costa (anche lì si parla di un'offerta non proprio all'altezza), tende a minare un po' l'immagine. Ma per l'ex centrocampista una maglia viola non giustifica un lavoro gratis o quasi.
E a proposito di soldi, tra qualche giorno o settimana dovrebbero arrivare diversi milioni nelle casse viola grazie al main sponsor che oggi il presidente Cognigni e il dg Rogg avrebbero finalmente chiuso nonostante le smentitie di rito ("entro il mese lo annunceremo" dice Cognigni "ma ad ora non è fatta", anzi secondo il presidente i marchi in corsa sarebbero ancora un paio). Però da ambienti finanziari arrivano addirittura nome e cifre del main sponsor, la Folletto, che sarebbe disposta a versare nelle casse viola tre milioni e mezzo a stagione per tre anni. Una manna dopo qualche anno senza sponsor sulla maglia, pochi se si guardano le pretese che la Fiorentina aveva solo a dicembre. Ma con la Fiorentina che viaggiava ad alti livelli era anche lecito pretendere di più, poi gli obiettivi che si sono sgretolati ad uno ad uno hanno fatto freddare le trattative ed ora non è più il caso di pretendere troppo. Certo, un aspirapolvere sulla maglia non è "figo", Folletto,forse non è un brand che rappresenta al 100% lo stile Tod's dei Della Valle, che sull'eleganza e lo stile appunto hanno fatto una ragione di vita e costruito un impero, con testimonial attrici bellissime e di grande classe come Anne Hathaway e Gwyneth Paltrow. Ma si sa, il colore dei soldi non sarà viola neanche in questo caso ma per una società che vuole autofinanziarsi sono soldi preziosi.