"Stefano è stato e continuerà ad essere un esempio per il coraggio, la tenacia e la serenità con cui fino all'ultimo ha combattuto la sua malattia sul campo e vorremmo ricordarlo sempre con lo stesso sorriso e la serenità che ci ha trasmesso in occasione del nostro incontro a Firenze, in una indimenticabile serata". Le parole più belle sentite in questa triste serata sono del patron della Fiorentina, Andrea Della Valle, perché sono quelle che avrei detto anche io che Stefano Borgonovo l'ho conosciuto davvero in quella occasione (partita al Franchi) per il grande uomo che è. Prima conoscevo il giocatore, comunque apprezzato da chi, umbra come me, non ha vissuto in diretta le sue gesta in coppia con Baggio (la mitica B2) e in particolare il suo straordinario gol alla Juventus e quello di rapina all'Inter di cui Firenze si ricorda bene né il triplete di trofei con il Milan... Che giocatore fosse insomma l'ho visto dalla tv e dai giornali poi, arrivata a Firenze, dai racconti e dagli occhi emozionati dei colleghi quando me lo descrivevano. Nel 2008 quell'annuncio: Borgonovo malato di Sla. E se quelle quattro parole hanno gettato tutti nello sconforto, lì è iniziata la battaglia di Stefano Borgonovo contro la "stronza", come chiamava la terribile malattia che oggi l'ha stroncato a 49 anni. Ad ottobre 2008 infatti Milan e Fiorentina giocano al Franchi la prima di una serie di amichevoli a scopo benefico e per sensibilizzare tutti contro la "stronza" appunto. Una serata indimenticabile e densa di emozioni con Borgonovo in carrozzina sotto la Fiesole che, accompagnato da Baggio, saluta e dà tanta serenità a tutti con i suoi sguardi intensi e i suoi commenti anche ironici sullo schermo. Il suo nuovo modo di parlare che gli ha permesso anche di fare l'opinionista alla Domenica Sportiva. E in Fiesole Borgonovo c'è poi andato veramente, nel 2010, in occasione della semifinale di Coppa Italia tra Fiorentina ed Inter. Di sicuro ora che se ne è andato i ricordi della B2 ma anche del Franchi vissuto nella sua nuova maniera se li porterà con sé. Così come il suo ricordo, quello di un uomo dignitoso e pieno di forza straordinaria imprigionata in un corpo immobile, resterà invece nei cuori di tutti i fiorentini. E mai Fiorino d'oro, assegnato proprio nel 2010, fu più azzeccato... Non ad un uomo di sport o di spettacolo come accaduto negli ultimi anni, ma ad un uomo di valore. Ora per Chantal e le figlie ci vorrà tutto il coraggio per portare avanti la sua battaglia e la sua Fondazione.