Fiorentina in trionfo nel nome del capitano
"Un capitano, c'è solo un capitano". Giocatori e tifosi viola lo hanno cantato insieme a squarciagola, faccia a faccia, guardandosi negli occhi e con le mani verso il cielo, consapevoli che da quel tragico 4 marzo sta accadendo qualcosa di troppo magico per non esserci qualcuno dall'alto a muovere le fila. È accaduto alla mezzanotte e mezza di sabato al centro sportivo della Fiorentina, al rientro della squadra da Roma dove ha ottenuto il sesto successo consecutivo, quando circa trecento tifosi erano ad aspettarla per applaudirla e inneggiare il nome di Davide Astori al passaggio del pullman, tra i fumogeni accesi. E all'apertura del cancello il portiere e l'addetto alla sicurezza non sono riusciti a contenere tanto entusiasmo così i giocatori, scesi dal pullman, sono andati a cantare faccia a faccia con i tifosi che nel frattempo avevano superato il "confine" dei campini intitolati proprio a Davide Astori. "Un capitano, c'è solo un capitano" è risuonato ancora più forte nella notte con Sportiello, Biraghi e Pezzella in prima fila a dirigere il gruppo mentre qualcuno di loro riprendeva la scena con il cellulare. Poi vista l'ora i giocatori (mancavano solo tre-quattro di loro oltre a Pioli rimasti a Roma per approfittare dei due giorni liberi) hanno salutato e sono entrati nella hall anche se i tifosi avevano guadagnato ormai qualche metro per strappare un saluto o un abbraccio ma la situazione per fortuna non è sfuggita di mano perché questa voleva essere solo una dimostrazione d'affetto verso un gruppo finalmente unito e affiatato come se ne vedono pochi. Un gruppo che sta riscrivendo la storia, sia la propria (visto lo scetticismo che c'era intorno a questa rosa) sia della stessa Fiorentina che non otteneva sei vittorie di fila dal 1964 e che è entrata prepotentemente in zona Europa. "Era più giusto venire ad aspettare i giocatori stavolta che in occasione di una qualunque vittoria con la Juve" azzarda qualche tifoso "se lo meritano, al di là dei risultati e delle avversarie, per il cuore che ci mettono, per quello che ci trasmettono come uomini". "È scattato qualcosa in loro e quei tre legni colpiti dalla Roma dimostrano che qualcuno dall'alto ci aiuta" dice qualcun altro. Dove arriverà questa Fiorentina targata DA13 nessuno lo sa, intanto però nel nome del suo capitano scomparso ha già scritto una bella pagina di una storia incredibile fino ad un mese fa, di quelle che fanno bene al calcio.